Successo per la mostra “La storica azienda Avena di Potenza”.
di Luciano Tufano

In considerazione del successo di pubblico registrato, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata ha deciso di prorogare fino a sabato prossimo la mostra dal titolo “La storica azienda Avena di Potenza: un patrimonio da salvaguardare”. Fondata nel 1926, l’azienda custodisce oggetti, strumenti e documentazione storica, grafica e fotografica relativi alla produzione della celebre gassosa divenuta un simbolo della città e che si presta ad essere racconta per la sua storia di connessioni con il territorio e lo sviluppo economico-sociale locale. Su questa importane azienda, che ha avuto in questi ultimi anni un forte sviluppo , riportiamo un articolo di Lucio Tufano,storico potentino.
Un ambulantato d’eccezione: gli Avena.
Agli inizi del ‘900 Michele Avena fu uno di quegli ambulanti, come Petilli, Ignomirelli e Lamorgese che avrebbero, negli anni, conquistato via Pretoria. Un fenomeno da non trascurare fu questa immigrazione di operatori pugliesi nel frequentare gli ambienti difficili ed aspri delle nostre contrade, battendo fiere e mercati e viaggiando spesso insieme. Nel 1924 Michele Avena trasforma il suo modo di vendere, da ambulante a posto fisso. Apre un negozio al n. 49 della via principale di Potenza, nel palazzo Amorosino, con vendita al dettaglio di articoli di ferramenta e per la casa. Nel 1928 entra in società con Gallucci per ampliare e potenziare la produzione di bevande gassate e fabbricazione di traverse di ghiaccio per l’uso dei bar, degli ospedali e degli esercizi di trattoria e di vendita vini e frutta … Sciolta la società, prende nuovi locali in corso Garibaldi per il maggiore sviluppo della fabbrica di bibite, fra le quali la rinomata “gassosa” ed il “chinotto Avena”, degli anni ’50. A questa tradizionale attività aggiunge una consistente produzione di caramelle e liquori. Negli anni a seguire, Alfredo Avena, già componente della giunta della CCIAA di Potenza, costituì una società con Pierino Carelli per la produzione di una birra. Per il resto della sua esistenza, l’azienda è gestita con l’aiuto dei figli Nicola, Alfredo, Alberto e Giuseppe. In seguito Nicola, il maggiore dei figli, sposandosi, si dedica solo ed esclusivamente all’esercizio di emporio in via Pretoria.